Dopo 17 anni di chavismo, con un Paese letteralmente ridotto alla fame, e attraversato da quotidiane tensioni, in Venezuela è finalmente tornata la democrazia. Una vittoria quella della coalizioni di centrosinistra, Mud (Tavolo di Unione Democratica), ha sbaragliato alle urne, aggiudicandosi 99 dei 167 seggi in parlamento, contro gli appena 46 dellattuale presidente Maduro, alla guida del Psuv (Partito Socialista Unito del Venezuela). Una sonora sconfitta della quale Maduro non ha potuto che prenderne atto: “Ha vinto la democrazia”, ha affermato a caldo lerede di Hugo Chavez. Il presidente, corresponsabile di una politica disastrosa, è riuscito persino a rimproverare gli oppositori, rei della sua disfatta elettorale, a causa di una “guerra economica contro il suo governo”e, a suo dire, di una campagna politica “sleale”. Fatto è che il Venezuela, tra i principali produttori di petrolio nelle Americhe, forte di unubicazione geografica che, tra lamazzonia ed i Caraibi, si propone come un ponte tra il nord e Sudamerica, ha i numeri giusti per proporsi come nazione leader ed economicamente fortissima. Numeri che prima Chavez, e Maduro poi, hanno sempre volutamente ignorare, riducendo il Paese a unimmensa favelas (ranchitos per lesattezza). Forse da oggi inizia un nuovo corso, quella rinascita tanto attesa e salutata con caroselli nelle strade e fuochi dartificio ovunque.
M.T.